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L’Agordino

L’Agordino, comprensorio di circa 660 kmq situato in provincia di Belluno, si colloca nel cuore dei "Monti Pallidi", occupando un’area vigilata da alcuni dei più importanti massicci dolomitici: Pale di S.Martino (Agnèr, Pale di S.Lucano, Focobon), Marmolada, Sella-Boè, Civetta-Moiazza, Pelmo, Tàmer-S.Sebastiano-Moschesìn. La centralità della posizione geografica intersecata dal meridiano a 12° di longitudine est di Greenwich, è sottolineata proprio dalla presenza di questi gruppi che fanno da spartiacque alle vallate limitrofe di Primiero e Fassa (Trentino), Badia (Alto Adige), Ampezzo, Cadore e Zoldo (Belluno); sullo stesso meridiano si pone approssimativamente l’asse del torrente Cordévole che - con il Gàder (Val Badia) - rappresenta il confine orografico tra Dolomiti Orientali ed Occidentali. Il territorio è suddiviso nelle seguenti municipalità: Agordo, Alleghe, Canale d’Agordo, Cencenighe Agordino, Colle S.Lucia, Falcade, Gosaldo, La Valle Agordina, Livinallongo del Col di Lana, Rivamonte Agordino, Rocca Pietore, San Tomaso Agordino, Selva di Cadore, Taibon Agordino, Vallada Agordina, Voltago Agordino; i 16 comuni costituiscono l’ente locale "Comunità Montana Agordina" che ha sede nel capoluogo di vallata. Dal punto di vista idrografico il comprensorio coincide in modo quasi perfetto con il bacino medio-alto del già citato Cordévole, principale affluente di destra del Piave, in cui versa le sue acque dopo 71 km di corso. La popolazione è di quasi 22.000 abitanti dediti all’industria, al piccolo artigianato, al commercio, all’agricoltura e al turismo. Quest’ultima voce, unitamente al grosso settore dell’occhialeria che ha sede ad Agordo, è l’attività su cui si fonda maggiormente il bilancio del comprensorio, offrendo notevoli possibilità di sviluppo organico ed un benessere diffuso che - nell’ultimo Trentennio - hanno modificato in maniera sostanziale le prerogative socio-economiche dell’intera vallata, originariamente basate sul lavoro agro-silvopastorale e minerario. Ciò non ha reciso completamente alcuni fili che collegano il passato al presente e l’"Agordinità" - intesa come attaccamento alle tradizioni e alle radici locali - ancora permea alcuni settori; tale atteggiamento è reso palese da una ricerca costante delle proprie origini cui un sempre maggior numero di valligiani tende con forza singolarmente, ma più spesso nella specificità delle iniziative di gruppo legate al volontariato. Tutto questo si inserisce in un contesto di grande attrazione paesaggistica, nel passato troppo spesso sottovalutato sul piano turistico e dell’immagine a beneficio di aree limitrofe solo apparentemente più favorite dalla Natura, dove la differenza è stata prodotta nel tempo da una maggior organizzazione, eredità di vicende storiche (dal libro "Agordo e le Dolomiti Agordine" di G.Fontanive; Lagiralpina, 2001).

Il capoluogo di vallata : Agordo

La modesta altitudine di Agordo (611 m) sembra una pregiudiziale per un approccio turistico di tipo escursionistico alla cittadina in cui - accanto ai motivi architettonici di notevole interesse del centro - predomina sicuramente il paesaggio. Uno scenario che è parte del tessuto urbano ed è facilmente raggiungibile da Piazza Libertà utilizzando una rete di accessi alla montagna che con brevi passi portano in luoghi remoti dove la cultura alpina ha tratto per secoli linfa di vita. Una rete di sapienti collegamenti - in gran parte ancora utilizzabile - si dipana su ogni versante della Conca Agordina nel territorio del capoluogo di vallata come nei comuni limitrofi, definendo l’anticomondo agricolo-forestale che viveva in simbiosi con l’ambiente, presidiando ogni area a rischio e carpendo tutto lo spazio utile al sostentamento: e oggi si possono ripercorrere queste tracce, ritrovando un passato assieme ai panorami e agli scorci maturati dal tempo e da una Natura determinata, inarrestabile. Col de Fóia, Nagòl, Dugón, Piasént, Nusàch, Dón, Binàtega, Campón, Pra de Naf, Framont, Rif, Colvignàs, Gióe [e non Giove] Paréch, Tóccol, Prompicài, Farenzena, Pont Alt, Polane, Cristo de le Pianize. Nomi strani di piccole borgate e altri siti talvolta raggiungibili in pochi minuti di cammino da Piazza Libertà, talvolta con una passeggiata un poco più impegnativa arricchendosi di sensazioni ed immagini: antichi rustici e scroscianti cascate, baite recuperate al degrado e forre percorse da acque vorticose, candide chiesette e l’eleganza di un vecchio focolare. Ogni motivo si accosta ai panorami sui monti che cingono a corona mentre una Natura rigogliosa incombe e manifesta la sua supremazia.

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